domenica 22 marzo 2020

Un augurio, un invito, un saluto. RITORNEREMO

RITORNEREMO

Ritornerò ad abbracciarvi, figli miei, mie persone care! Ritorneremo a stringerci la mano come 
un tempo amici miei, pazienti miei! Ritornerò ad inerpicarmi sui sentieri antichi dei miei colli e dei miei monti dell’Appennino! Ritornerò a specchiarmi lungo le acque del mio Tevere, del mio Chiascio e del mio Nera! Ritornerò a godermi i tramonti del mio Trasimeno.

Terra mia! Padri miei! Avete resistito alle orde dei barbari, alle pestilenze dei tempi passati, alle carestie, alle guerre, al fratello terremoto con cui conviviamo da sempre e non ci arrenderemo alle nuove epidemia, mai! Abbiamo con noi la capacità di lavoro e preghiera di San Benedetto! Abbiamo con noi la capacità di amore e misericordia di San Francesco! Abbiamo con noi la soluzione dei casi impossibili di Santa Rita.

Figli miei tenetevi stretti i nostri valori, la nostra tradizione di civiltà contadina e artigiana.
Portate in giro le nostre radici schive, scontrose e silenziose.
La nostra cultura è fatta di silenzio, di sguardi fugaci e di aggressività al momento giusto.
Padri miei qualche volta vi ho anche odiato, ma mai e poi mai ho smesso di amarvi.

Corriamo come i nostri Ceri, cavalchiamo come nelle nostre Giostre e Quintane, cantiamo e recitiamo come nel nostro Calendimaggio e nelle nostre Gaite. Portiamo per il mondo i profumi dei nostro olio e del nostro vino. Inebriamo il mondo con il nostro tartufo, zafferano e le carni dei nostri maiali. Vi abbraccio tutti amici e fratelli dell’Umbria!