In un giorno triste come questo per Perugia, tale post potrà sembrare fuori luogo, ma qualche nota di semplice calore umano non guasta.
Questa mattina sono andato a domicilio di una mia paziente ultranovantenne per sottoporla a vaccinazione antinfluenzale. Vive da sola con la badante ucraina e trascorre il suo tempo alternandosi fra letto e carrozzella e, come dice lei, ad ascoltare la tevisione in quanto i suoi occhi hanno smesso di vedere da un bel pezzo. Mentre la vaccinavo mi riferiva che erano due o tre giorni che la notte non riusciva a prendere sonno in quanto la sua mente era occupata dal ritornello di una vecchia canzione di Modugno di cui ricordava qualche nota e pochissime parole. Parole che parlavano di un vecchio in frac...ma questo non ricordo vorticava nei suoi pensieri in maniera ossessiva e questo, oltre a renderla insonne, la infastidiva alquanto. Poiché provava ad accennare questa canzone senza riuscirsi, mi è venuto quasi spontaneo iniziarla a cantare io, dal momento che la conoscevo benissimo essendo un pezzo che ha accompagnato qualche buona stagione della mia prima giovinezza. Come per incanto alla vecchia signora si è riaccesa la memoria e come due ragazzini abbiamo cantato insieme, non certo sottovoce, non solo il ritornello ma anche qualche strofa davanti alla badante che ci guardava stupita ed incredula.
Alla fine la mia paziente quasi piangendo, mi ha ringraziato. Mi ha detto che le erano tornati in mente tanti bei ricordi e che mi avrebbe chiamato a casa sua più spesso per cantare insieme.
Dovrò senza dubbio rinfrescare il mio repertorio!
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