E’
sempre molto facile, da parte del nuovo responsabile di turno di un qualsiasi
periodico o giornale, scivolare nelle solite frasi ricche di retorica e di
circostanza. D’altronde è sempre molto difficile poter entrare subito nel vivo
dei problemi, senza avere cercato di dare un minimo di presentazione e un
minimo di informazione su quello che si intende dire e fare.
Non
nascondo di aver avuto un attimo di disagio non appena la mia disponibilità a
rivestire questo ruolo è stata accettata dal Consiglio dell’ordine: essere uno
dei principali portavoce della vita del nostro ordine professionale è senza
dubbio un
onore,
ma comporta una responsabilità non lieve, comporta da parte mia anche il dover
compiere un’operazione mentale non semplice. Sino ad ora, infatti, tutta la mia
esperienza “istituzionale” è stata circoscritta essenzialmente dentro i con-
fini della mia categoria di medico di famiglia, vuoi secondo un’ottica
sindacale o di società scientifica, mi è indispensabile pertanto dover
acquisire una sensibi- lità diversa, molto più ampia, che sia in grado
di farmi ascoltare e che mi per- metta poi di parlare a nome di tutta la
professione.
Sono
convinto, insieme a tutto il comitato di redazione, che l’obiettivo primario di
questo bollettino non è quello dell’informazione e dell’aggiornamento
scientifico: riviste ben più prestigiose sono stampate per questo scopo.
Nemmeno quello di poter diventare una specie di notiziario in tempo reale sui
fatti e gli accadimenti della nostra cronaca sanitaria locale è un obiettivo
perseguibile: non potrebbe reggere al confronto con newsletter telematiche,
siti web e quant’altro viaggia alla velocità della rete, anzi, l’eventualità di
questa via di comunicazione è al vaglio da parte nostra e presto ne daremo
notizia.
E
allora? Quale lo scopo, quali le finalità di questo bollettino oltre ad essere
la voce istituzionale del consiglio dell’ordine? “ L’Ordine dei Medici deve
essere sentito come la casa di tutti i medici”: è questa un’affermazione che ho
sentito ripetere in molte occasioni e oramai da molto tempo, e poiché ricorre
con frequenza costante c’è da scommettere che questa condizione non si è
realizzata mai. Perché?... non ci penso assolutamente di affrontare in questa
mia breve un argomento così pregnante: i motivi sono e possono essere tanti,
uno fra tutti forse quello che si legge sul rapporto osservasalute 2008
presentato il 3 marzo u.s. al Policlinico gemelli di Roma in cui si asserisce
che solo il 56,2% dei medici iscritti all’albo professionale fa davvero il
medico, gli altri sono impiegati nel settore farmaceutico o biotecnologico. Chi
l’avrebbe mai sospettato! E’ senza dubbio questo essere una categoria davvero
molto eterogenea: per età, per disciplina, per contratto e quant’altro che
spesso determina l’incomprensione fra noi medici. E’ questa non conoscenza
reciproca, la sensazione che il mio interesse di medico di famiglia vada in
collisione con quello del collega ospedaliero o con quello del collega di
sanità pubblica che determina in- sofferenza se non rivalità.
Se
pertanto la conoscenza dell’altro è la strada per il superamento della
diffiden- za per arrivare ad un “idem sentire” è auspicabile che questo
bollettino diventi uno strumento per farci conoscere meglio.
Ecco
pertanto che abbiamo l’intenzione di ospitare articoli di opinione che
rispecchino la propria realtà , ovviamente non personale, di quello che un
medico vive magari all’interno di un grande ospedale o in una valle del nostro
Appennino. E’ con questo spirito che vi rivolgiamo l’invito ad inviarci tutto
quello che possa essere utile allo scopo e sempre con questo spirito che molti
di voi saranno intervistati relativamente a problemi o iniziative che possano
interessare molti.
Di
solito la circostanza vuole che al termine della presentazione di un program-
ma o di una attività si faccia una promessa: la promessa di rispettare gli
intenti dichiarati, di realizzare gli obiettivi prefissati, io non mi sento
fare promesse se non quella di trovare il tempo ed il modo per ascoltarvi,
d’altronde la mia formazione psicoterapica mi ha allenato a questo.
Voglio concludere ringraziando il
prof. Mario Timio che mi ha preceduto nella
direzione di questo bollettino,
sperando di poter eguagliare la sua competenza.
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